L’uso delle parole nella lingua italiana è spesso causa di mistificate interpretazioni che tendono a confonderne e più spesso a stravolgerne il significato.
Fra i tanti esempi che potrei proporre mi preme quello della differenza tra scrittore e autore.
È fuor di dubbio che nell’uso comune, queste due parole vengono usate indifferentemente ad indicare chiunque componga delle opere scritte.
Resta comunque fondamentale chiarire che mentre la parola autore è attribuibile a chiunque compia una qualsiasi opera o azione non necessariamente scritta (eg: autore di un film, autore di un gesto criminoso, autore di un fatto ripugnante, autore di un quadro o di una scultura…), la parola scrittore si riferisce in maniera quasi esclusiva a colui che esprime la sua creatività e la sua opera attraverso la scrittura.
Questa differenza sembrerebbe di poca pesa se ci si limitasse a usare entrambe le parole al solo campo della composizione scritta o più in generale alla letteratura, da cui infatti deriva l’indifferenziazione che se ne fa nell’uso comune accennato sopra.
Ciò nonostante l’autore di un testo o di una composizione scritta si differenzia a sua volta dalla figura dello scrittore in quanto quest’ultimo, più specificatamente, fa della scrittura una vera opera d’arte, frutto della sua fantasia e immaginazione.
Nessuno scrittore degno di tale definizione si sognerebbe di scrivere fumetti o articoli di cronaca come è d’uso presso i giornalisti, che infatti sono autori dell’articolo ma non scrittori, anche se non è escluso che fra i giornalisti ci sia chi preferisca liberarsi delle sue vesti per indossare quelli dello scrittore.
Ma su questo mi riservo di avere qualche dubbio, ché non sono pochi gli esempi di autori di libri che non riescono a liberarsi dei loro panni di giornalisti, fingendosi scrittori.
10-07-2023